[-] [email protected] 1 points 4 months ago

@informapirata

> da dati del tutto incerti e privi di significato univoco aveva sviluppato valutazioni e raggiunto conclusioni presentate come certe

Forse si erano confusi e pensavano di scrivere su un social network! 😁
Ciao!
C.

[-] [email protected] 1 points 4 months ago

@notizie

> Lo scopo e' divertirsi.
> E hai detto tutto! 🤣

Ma anche aggiungerei: "E hai detto niente!" 🤣

Ciao!
C.

[-] [email protected] 1 points 4 months ago

@notizie

Ciao!

[…]

Non riesco a muovere nessun appunto a quello che scrivi (ma magari
perche' sono solo stanco! 😉) e quindi sottoscrivo ogni parola.

Aggiungo che mi pare che si stia riproponendo la ormai antica domanda:
"Che fare?" e io vorrei dire la mia. Personalmente ho visto (oltre a
quello che hai scritto e che condivido) tre possibilità (che non si
escludono a vicenda necessariamente):

- attirare istituzioni statali e non, gruppi, associazioni partiti
sindacati, aziende eccetera attraverso il "network effect", ovvero
convincendoli che sul fediverso ci siano molte persone
potenzialmente pronte ad ascoltarle. Per questo motivo è necessario
avere qui molte persone potenzialmente disposte ad ascoltarle,
quindi avere qui molte persone. A questo scopo potremmo usare
tattiche di marketing di qualunque genere (lecite!) per attirare
utenti: abbassare i livelli di moderazione, aumentare il livello di
gamification delle interfacce, pagare esperti di UX per aumentare il
tempo speso sul social, cercare sponsor che ci diano dei soldi in
cambio di pubblicità, attivare influencer perche' parlino del
fediverso eccetera;

- compiere azioni di pressione (lecita!) politica perche' gli attori
di cui sopra si convincano che sia un "obbligo" avere una presenza
nel fediverso, ma in quanto piattaforma libera, decentrata e tutte
le cose che sappiamo a memoria;

- altre possibilità che non mi vengono in mente.

La mia preferenza, pare inutile dirlo, è per la seconda (e
potenzialmente per la terza, naturalmente! 😆), che è anche la piu'
difficile. Io, invece, andrei cauto con la prima (anche se, come
scrivevo, auspicherei un atteggiamento un po' piu' liberale -ma sempre
entro i limiti del lecito- nella moderazione); se mi passi la
metafora: vorrei che ad una festa che organizzo ci fossero molte
persone, non pretendo che mi piacciano tutti, ma non mi divertirei
affatto se ci fossero quasi solo persone con cui non ho nulla in
comune. Lo scopo e' divertirsi.

Ciao!
C.

[-] [email protected] 1 points 4 months ago* (last edited 4 months ago)

@fedifaschifo

Ciao!

> Sui contenuti "commerciali" l'unica cosa su cui sono d'accordo è
> che chi vuole fare account commerciali non è giusto che sfrutti
> istanze tenute su con lo scotch e i soldi regalati dagli
> amministratori e dagli utenti, ma dovrebbe crearsi un'istanza per sé
> e per i suoi marchi/brand/dipendenti/etc

Allo stesso modo ritengo sia lecito pensare che chi voglia veicolare
contenuti politici non si possa aspettare che altre istanze vi
facciano da megafono, se chi le amministra non li condivide o, peggio,
li avversa, (soprattutto se si tratta di istanze piccole,
autofinanziate o — a maggior ragione — nate con precisi obbiettivi
politici).

Non sto dicendo che non sia auspicabile che lo facessero, anzi in un
certo senso penso che sarebbe auspicabile. Allo stesso tempo penso che
sarebbe auspicabile ma — aggiungerei — entro certi limiti. E quindi
mi sento tornato al punto di partenza. Insomma, come ho letto una
volta: "non conosco la soluzione, ma ammiro il problema"! 😂

Mi piacerebbe, pero', vedere i numeri relativi alle istanze non
italiane (e mastodon.social in particolare). Mi pare che il campione
italiano sia cosi' piccolo (tranne forse che per mastodon.uno,
livellosegreto.it e pochissimi altri), che anche piccole fluttuazioni
producono variazioni percentuali alte.

In ogni caso, direi: "niente panico"! 😄

Ciao!
C.

[-] [email protected] 1 points 9 months ago

@s_wilson

Ciao!

> @cage @notizie l'esperienza di Twitter mi fa dire di
> no: è uno dei cambiamenti portati da Musk che hanno peggiorato
> l'esperienza utente (per quanto sia uno dei minori)

Come scrivevo, bisogna vedere quanto l'hanno peggiorato, rispetto a
quanto lo hanno migliorato e fare il bilancio. Bisogna anche
considerare che, a quanto ho capito, ci potrebbero essere effetti
negativi di altre scelte operate sulla piattaforma che citi, che
renderebbero non apprezzabile gli effetti (sia positivi che negativi)
dell'aumento del limite di caratteri; per intenderci, immagina —per
assurdo— una piattaforma dove fossero ammessi solo messaggi di
insulti: ogni modifica tecnica che portasse benefici sarebbe
ininfluente ai fini dell'atmosfera complessiva.

Detto questo i messaggi lunghi (piu' di 500 caratteri) nel fediverso
ci sono gia': sia per scelta di progettazione (pleroma, friendica),
sia per gli amministratori che modificano il codice (con potenziali
problemi di stabilita' e sicurezza) di mastodon; in questo messaggio:

https://github.com/mastodon/mastodon/pull/27629

si valuta un 21% (su 10000) di istanze mastodon che hanno modificato
il valore massimo ammesso.

Ciao!
C.

[-] [email protected] 1 points 9 months ago

@notizie

> Ciao!

[cage]

> dare la possibilita' di configurare quel parametro [massimo numero
di caratteri per post]

forse e' la volta buona?

https://github.com/mastodon/mastodon/pull/27629

Ciao!
C.

[-] [email protected] 1 points 9 months ago

@notizie

Ciao!

> condivido le tue perplessità, anche se lasciare all'utente la scelta
> di quanto limitare i propri messaggi non è la soluzione migliore,
> perché poi ognuno tenderebbe a dare il peggio di sé.

Bisogna vedere *quanto* "tenderebbero"! 😉

Io direi poco se non trascurabilmente poco; "sperimentalmente" io ho
frequentato con assiduita' esclusivamente istanze che avevano un
limite ben piu' alto di 500 caratteri (mi pare che quella dove sto
adesso abbia 5000 come limite massimo) e non si sono verificati
problemi, che io sappia, o almeno la timeline locale non mi appare
difficile da seguire. Viceversa, mi pare che un insieme brevi brani
concatenati, oltre ad intasare le timeline siano anche una fatica da
leggere.

In ogni caso basta provare! 😉 E chiedere (ancora) agli sviluppatori
di trasformare una costante in un parametro configurabile, magari.

> Il grosso problema è che anche dal punto di vista degli
> amministratori non è facile forzare la rimozione del limite di
> caratteri. Infatti qui in Italia c'è solo /at/admin che consente
> agli utenti di scrivere fino a mille caratteri,

E lo ringrazio per questo!

> perché manutenere quella caratteristica è una scocciatura in più
> (per esempio, ogni volta che a giorni ha una nuova Release di
> mastodon, quel parametro ti viene riazzerato)

Perche', dall'alto delle loro cattedre, gli sviluppatori di mastodon
ritengono che il limite di 500 caratteri sia scritto nelle tavole
della legge:

https://github.com/mastodon/mastodon/pull/5697#issuecomment-345078582

e, invece di dare la possibilita' di configurare quel parametro,
preferiscono dare fastidio a quegli utenti (inteso come amministratori
di istanza) che volessero modificarlo, obbligandoli - come giustamente
dici - a immergersi nel codice per cambiarlo.

https://1010.gitlab.io/posts/customize-mastodon-character-limit/

Ciao!
C.

[-] [email protected] 1 points 9 months ago

@notizie

Ciao!

> Chissà per quale motivo Threads dà, come già Twitter, dà fin da ora
>
> (e anche nell'interfaccia del browser) la possibilità di creare post concatenati...
>
> ...mentre Mastodon ancora no ... 🤬

Si' ma —vecchia diatriba— invece permettere, con facilita', di aumentare il limite
massimo di caratteri, non sarebbe meglio?

Ciao!
C.

[-] [email protected] 1 points 10 months ago

@informapirata

Ciao!

> @cage sì, un disastro completo. Eppure ci sono classi in cui il
> docente si impegna

Ma certamente!

> a fare qualche lezione di coding

Magari chiamarla programmazione, pero' 🙁 (ma è vero che si usa solo
scratch?). Non dico a te, dico agli editori (o viene dal ministero?),
mi e' capitato di dover spiegarne la differenza.

> e ti accorgi che tutta ma proprio tutta la classe recepisce quei
> concetti velocemente. È un problema di alfabetizzazione, non di
> materiale umano

Ma sicuro! Cosi' come la mia generazione (io meno degli altri)
imparavano il computer col manuale del processore. 😀

O la mia amica, appena piu' giovane di me, che imparo' in un corso di
programmazione a pagamento (insieme al corso ti regalavano computer
gia' obsoleti, quelli con i tasti in gomma semi rigida che oggi
farebbero venire l'acquolina in bocca agli appassionati 😀) il
quicksort, qualche lustro prima di quando lo imparai io. 😀

Il problema era permetterselo, all'epoca il computer. Ne avessimo
avuto di piu' allora, sapremmo insegnarlo meglio adesso! 😀

Anche per la mia generazione fu un problema di alfabetizzazione.

E non mi riferisco solo alla programmazione (che mi appare
secondaria), quanto all'approccio consapevole e critico alla
tecnologia.

Ciao!
C.

>
> @salvadorbs @alsivx
>
>

[-] [email protected] 1 points 10 months ago

@salvadorbs

Ciao!

> @alsivx @informapirata Più che altro,
> l'alfabetizzazione informatica la vediamo con la generazione Z, che
> ha avuto a che fare con computer (e internet) fin dalla scuola
> elementare.

E mediamente mi pare un disastro. 😕

Ciao!
C.

cage

joined 1 year ago